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Il flash in luce ambiente

Le nostre attività > La fotografia tradizionale
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È una modalità operativa che consiste nell'usare il flash come sorgente
aggiuntiva di luce, soprattutto nei ritratti all'aperto: infatti la schiarita del flash, oltre a rendere più morbide le ombre del viso, crea dei riflessi luminosi negli occhi, con un effetto molto gradevole. Con le moderne super automatiche spesso basta soltanto accendere il flash; con le "vecchie" manuali bisogna regolare il diaframma in funzione del numero guida del flash ed alla distanza dal soggetto, impostare il tempo di sincronizzazione e scattare



Lo slow sync

Da qualche anno, grazie al progredire dell'elettronica, i flash moderni hanno trovato nuove possibilità di dialogo con i circuiti delle fotocamere e così sono nate interessanti, possibilità d'uso. L'aspetto più interessante è quello della funzione slow-sync. Il termine slow-sync individua la possibilità di sincronizzazione con tempi d'otturazione lenti, anche molto lenti. Questa è in realtà un'opzione che tutte le reflex meccaniche offrono da sempre, a qualsiasi fascia economica appartengano. quindi si ha la possibilità di fotografare facendo scattare il lampo e proseguire la ripresa in "posa lunga". E' una modalità di ripresa molto interessante per ottenere buoni ritratti ambientati in notturna, ad esempio all'interno della hall di un grande albergo dove si sia in vacanza. Dopo il lampo, l'esposizione prosegue, con il desiderato effetto di "posa lunga". Dopo il lampo, l'esposizione prosegue, con il desiderato effetto di "posa lunga". Così sulla pellicola saranno anche registrate le luci dell'ambiente e si otterrà una più realistica e veritiera visione della scena.


È anche identificato su alcune fotocamere come "programma notturno". È comunque il classico esempio di come una fotocamera elettronica super automatica, per eseguire una funzione in fin dei conti semplice, necessita di una programmazione particolare.

Sincro-flash con sincronizzazione sulla seconda tendina.

E' una condizione presente soltanto sulle fotocamere più recenti. Di solito accade che il lampo di un flash sia sincronizzato, in termini d'accensione, con l'arrivo a fine corsa della prima tendina dell'otturatore. Come dire: si preme il pulsante di scatto, la prima tendina si apre e, quando arriva a fine corsa e dunque prima che si avvii la seconda tendina, chiude un contatto ed il flash scatta. Con la particolare regolazione di sincro-flash definita "sulla seconda tendina", accade invece che la prima tendina si apra e giunga a fine corsa ma che il flash non scatti, perché il contatto di sincronizzazione sarà spostato in modo da chiudersi solo alla partenza della seconda tendina. Il flash scatterà, cioè, solo quando la seconda tendina inizierà a muoversi. In questo modo la fotocamera potrà anche eseguire una posa lunga e poi sarà fatto partire il flash.
La differenza nel risultato sarà sostanziale, e molto evidente, con soggetti "adatti".
Un esempio: adoperando il sincro-flash tradizionale, sulla prima tendina, in una ripresa notturna di un'auto in movimento, si vedranno le luci dei fari comparire in sovrapposizione all'auto stessa, rischiarata "inizialmente" dal lampo, come se l'automobile procedesse in retromarcia. Sarà un effetto innaturale. Usando il sincro-flash sulla seconda tendina invece, cioè impostando la regolazione che su alcune fotocamere o alcuni flash è anche indicata con la scritta "rear" (da "tendina posteriore"), accadrà invece che l'auto sarà rischiarata dal lampo solo all'ultimo istante, quando la posa lunga avrà già registrato la "strisciata" delle luci del mezzo. L'effetto finale apparirà molto più "naturale".

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